domenica 23 gennaio 2011

Inchiesta sull'e-book in Italia (II parte): cosa ne pensano i librai indipendenti

Eccoci alla seconda puntata della nostra inchiesta sull'e-book in Italia: stiamo cercando di capire come vedono l'avvento dell'e-book gli esponenti di importanti aziende e associazioni del settore.
Dopo questa intervista a Renato Salvetti di Edigita (una delle principali piattaforme italiane di distribuzione di e-book), abbiamo contattato Alberto Galla, vicepresidente vicario dell'Associazione Librai Italiani indipendenti, per sentire il suo parere sull'effetto che avrà l'introduzione dell'e-book sulla lettura e quindi sulle librerie.

alberto galla vicepresidente vicario dell'associazione librai italiani

Siamo partite cercando di capire se per le librerie indipendenti è possibile tracciare il profilo di un cliente modello.

 
1. Chi è il cliente tipo di una libreria indipendente? Che cosa legge? Che cosa non legge?
Non esiste un cliente tipo diverso tra libreria indipendente e libreria di catena, secondo me esiste un cliente lettore (o forte lettore) e un cliente più "molle", cioè meno assiduo nella lettura. Le librerie indipendenti semmai hanno un riferimento e un radicamento territoriale più forte, che le rende legate all'ambiente sociale e culturale di quel luogo.
Bisogna superare il luogo comune che vede nella libreria indipendente solamente un cenacolo di intellettuali e addetti ai lavori: se così fosse e in molti casi così è quella libreria è più esposta al rischio di una rapida estinzione.
In realtà la differenza la fa la presenza o meno di bravi librai, cioè di persone che sono in grado di fare con passione e competenza il proprio mestiere: e questa potrebbe essere una prerogativa delle librerie indipendenti, ma il condizionale è d'obbligo perchè esistono bravissimi librai anche in alcune libreria di catena...
E anche per quanto riguarda la lettura, a parte qualche "exploit" legato ai consigli di lettura del libraio, non ci sono ormai più sostanziali differenze.

Da traduttrici, ci interessava poi capire se i lettori delle librerie indipendenti, quando scambiano due chiacchiere con i librai, si dimostrano consapevoli delle traduzioni.

2. Come viene percepita la traduzione dai lettori? Quali sono le loro riflessioni?

Per quanto riguarda la traduzione ribadisco quanto detto al primo punto: a parte qualche forte lettore, qualche professore o intellettuale o qualcuno che ha familiarità con la lingua originale, secondo me non vengono svolte considerazioni particolari.

Abbiamo poi affrontato l'argomento e-book, con 3 domande che accorpiamo di seguito:

3. Pensa che l'e-book cambierà le abitudini di lettura delle persone?
Porterà cambiamenti nella produzione editoriale?
Quali ripercussioni potrebbe avere sulle librerie indipendenti?

Sull'e-book appartengo alla categoria dei librai pessimisti, non per carattere, ma in seguito a razionali riflessioni. L'e-book cambierà in modo sostanziale sia il modo di scrivere e quindi di produrre un "libro", sia il modo di leggere: si tratta solo di capire in che tempi avverrà tutto questo.
Con la comparsa del libro a stampa i manoscritti durarono ancora cent'anni: oggi i tempi tendono sempre più a velocizzarsi. Già lo strumento che stiamo usando per questa "intervista" [l'email, N.d.A.] è una dimostrazione che il cambiamento è in atto.
Sono peraltro certo che i libri di carta non scompariranno del tutto, ma per noi librai si deve aprire (e in parte si è già aperta) una profonda riflessione sula dimensione e la natura del nostro lavoro nel prossimo futuro.
Basta vedere cosa sta già succedendo negli Stati Uniti (crisi e quasi bancarotta della catena Borders e chiusura di importanti librerie della catena Barnes & Noble), per farmi sperare, come libraio indipendente, che forse le librerie "del territorio" hanno qualche chance in più per potersi riformare e governare le sfide del presente.
La libreria deve farsi sempre di più "social network" cioè luogo di incontro e di intrattenimento, ma per far questo deve sicuramente inventarsi un nuovo modello di business; in parte allargando, come è già stato fatto, la propria offerta merceologica (e questo potrebbe sembrare un ritorno al passato...), in parte trovando risorse nella gestione e organizzazione di eventi culturali.
Si potrebbe dire, con una provocazione, che la libreria potrebbe assomigliare, in un prossimo futuro, sempre più a una biblioteca di pubblica lettura...
Infine non è detto, anzi si sta già lavorando in questo senso, che gli e-book, non si possano comprare in libreria (come si compra una ricarica telefonica dal tabaccaio), perchè e pur sempre vero che la lettura è una passione individuale, ma va indotta, mediata, suggerita, fatta scoprire e in questo senso il ruolo del libraio-consigliere e "fomentatore" è insostituibile e non paragonabile a qualsiasi algoritmo adottato dai tutti i venditori on-line.

Ringraziamo moltissimo Alberto Galla per l'intervista e vi diamo appuntamento alla prossima puntata di questa inchiesta sull'e-book in Italia.

Sull'e-book leggi anche:
l'intervista a Renato Salvetti di Edigita;
questo post che sintetizza i dati emersi dal convegno Engaging the Reader;
questo commento ai dati di una ricerca sull'e-book;
le riflessioni di un editore.

Sulle librerie indipendenti leggi questo post.

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